Descrizione
Il nuovo "Piano comunale di Emergenza in materia di Protezione Civile" di Reggio Emilia, che sostituisce il Piano in vigore dal 2015, approvato con delibera di Consiglio comunale n. 39 del 18 marzo 2019, mette ulteriormente a punto alcuni aspetti operativi e logistici in caso di calamità.
Il nuovo Piano, che recepisce i contenuti delle più recenti normative nazionali e regionali, è stato predisposto attraverso l’analisi dell’assetto e della vulnerabilità del territorio, l’esame delle necessità organizzative di gestione dell’emergenza e, non da meno, considerando le esigenze formative del personale coinvolto nella gestione dell’evento, le esigenze di prevenzione e informative della cittadinanza.
Interesse merita la novità del manuale operativo (allegato 4) che descrive in modo sintetico e puntuale le operazioni da svolgere in caso di emergenza.
Riguardo alle competenze, il Sindaco della città è la figura istituzionale principale della catena operativa comunale della protezione civile.
Per tali funzioni, il Sindaco si avvale, sul piano operativo, della figura tecnica del coordinatore del C.O.C., Centro Operativo Comunale, che è anche coordinatore della Protezione civile comunale.
Alle emergenze di Protezione civile, secondo le norme nazionali in vigore e le prassi operative, fa fronte in primo luogo il Comune, che attraverso il sindaco può chiedere l’intervento del prefetto e del presidente della Provincia e della Regione. Nelle funzioni di coordinamento, il sindaco è ovviamente coadiuvato da personale tecnico incaricato e appositamente delegato.
Con il Piano, infatti, l’Amministrazione comunale definisce la struttura operativa in grado di fronteggiare le situazioni di prima emergenza: organizzare una struttura operativa comunale, formata da dipendenti comunali, volontari, imprese private, per assicurare i primi interventi; attivare i primi soccorsi alla popolazione; fornire adeguata informazione alla cittadinanza sul grado d’esposizione al rischio e attivare opportuni sistemi di allerta; provvedere alla vigilanza sull’insorgere di situazioni di rischio idraulico e d’altri rischi; assicurare una reperibilità finalizzata in via prioritaria alla ricezione di comunicazioni di allerta; individuare siti sicuri da adibire al preventivo ricovero per la popolazione esposta, attivando, se necessario, sgomberi preventivi.
Proprio alle aree di emergenza è dedicato uno specifico capitolo, nel quale sono indicate 55 Aree di attesa (24 ore, in attesa appunto del superamento della fase acuta dell’evento e della conclusione degli accertamenti tecnici) per la popolazione (una decina delle quali in edifici e palestre antisismici), alcune grandi aree di ricovero prolungato, coperte e scoperte, a Nord della città vicino alle grandi vie di comunicazione, e la zona dell’aeroporto come area di ammassamento dei soccorsi nazionali e internazionali che si rendessero necessari.
Il Piano si sofferma poi sugli aspetti relativi alla formazione e all’informazione preventiva alla cittadinanza, prevedendo tra l’altro programmi specifici per le scuole, alla formazione del personale (funzionari, operatori, agenti di Polizia locale, tecnici, volontari) e alle attribuzioni delle funzioni e delle responsabilità specifiche. Prima fra tutte il Centro Operativo Comunale (C.O.C., guidato dal coordinatore della Protezione civile), la cui sede viene individuata presso il Comando della Polizia locale di Reggio Emilia, in via Brigata Reggio 28.
Per il Comune di Reggio Emilia, il dirigente responsabile della protezione civile è il dott. Stefano Poma, con funzioni di coordinamento e presidio degli interventi in materia di protezione civile, oltre che coordinatore del C.O.C..
Il Piano definisce diversi scenari di rischio e di emergenza, partendo dal rischio sismico, per il quale la linea di comando viene assunta automaticamente dal Centro operativo comunale e i responsabili delle varie funzioni si attivano secondo le rispettive funzioni. Lo stesso avviene per il rischio idraulico, il rischio chimico industriale, oppure per situazioni che possono presentare particolari criticità e complessità come le trombe d’aria, le grandi nevicate, le emergenze sanitarie, gli incidenti ferroviari e aerei o stradali che comportino la fuoriuscita di sostanze pericolose, la paralisi del traffico dovuta alla chiusura delle autostrade.
Sulla base di questi scenari e delle caratteristiche concrete dell’evento, sono tra l’altro previste e ribadite procedure operative, peraltro già attuate sistematicamente in occasione degli eventi sismici degli ultimi temi: l’immediata reperibilità dei responsabili delle varie funzioni previste per l’attivazione del C.O.C.; l’attivazione dei monitoraggi di evento; il controllo del territorio e degli edifici, a cominciare da quelli pubblici e le scuole, alle infrastrutture e al traffico; la delimitazione delle aree a rischio, gli eventuali sgomberi cautelativi e l’attivazione di eventuali misure sanitarie ove necessarie; l’impiego organizzato della Polizia locale, assistita dal volontariato; l’informazione alla popolazione; l’eventuale organizzazione e presidio delle aree e strutture d’attesa e di ricovero per la popolazione.
Per far sì che il Piano funzioni è necessaria la collaborazione di tutti i cittadini, in quanto, i comportamenti della popolazione interessata da calamità naturali devono essere ricondotti a quella che si definisce “Cultura di Protezione Civile” o di “Autoprotezione”, infatti una adeguata conoscenza e “preparazione” permette ad ognuno di noi, quando ci troviamo in situazioni a rischio, di affrontarle nel modo più adeguato.
Il Comune di Reggio Emilia è dotato di un Ufficio comunale di Protezione Civile.
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Ultimo aggiornamento: 29-01-2025, 13:49