Phan Van Nghiep - 1959 Vietnam

Questa testimonianza è stata raccolta attraverso il racconto della moglie Maria che traduce il suo linguaggio dei segni in quanto il signor Phan è affetto da sordomutismo.

“Phan Van Nghiep nacque in Vietnam dove a 4 anni lo scoppio di una bomba lo rese sordo e da allora non riuscì mai più neanche a parlare.
A 18 anni decise di scappare dal paese in guerra e dopo 2 anni di traversie, grazie all’Unicef, riuscì ad arrivare in Italia.
Arrivò nel nostro paese con solo una maglietta, un paio di pantaloni corti e delle ciabatte infradito; era sordomuto, non conosceva nessuno, non sapeva né leggere né scrivere e non conosceva ancora la lingua dei segni.
Lo Stato lo mandò come profugo ad Albenga dove venne accolto per alcuni anni in una chiesa nella quale una suora lo aiutò a fare i documenti di rifugiato e lo introdusse in una scuola per sordomuti dove imparò anche a leggere e a scrivere.
Appena riuscì a regolarizzarsi, iniziò a lavorare facendo di tutto: muratore, benzinaio, tuttofare in un campeggio e tanti altri lavori. Proprio nel campeggio in cui lavorava incontrò casualmente un vecchio amico vietnamita che si era stabilizzato a Reggio e che nel 1988 lo aiutò a trasferirsi nel nostro territorio.
Qui trovò un lavoro stabile in un’azienda e proprio lì incontrò Maria, la donna che poi divenne sua moglie.
Dopo 38 anni di lavoro ininterrotto è andato in pensione ed ha iniziato a fare volontariato a Reggio Emilia ed ogni giorno esce da solo, con i guanti e le pinze per andare a pulire strade, parchi, e luoghi comuni. Alla domanda “perché lo fa?” risponde “perché amo questa città e voglio prendermene cura”.

Considerazione del presidente del Consiglio Comunale Matteo Iori che ha raccolto la testimonianza del signor Phan:

“Una persona che proviene dall’altro capo del mondo che decide ogni giorno di uscire e pulire la nostra città, rappresenta un ottimo esempio perché ci aiuta a capire quanto anche noi dovremmo curare i luoghi nei quali viviamo e le relazioni che abbiamo, perchè sono le piccole scelte quotidiane quelle che fanno la differenza”.