Raimonda Mazzini
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La professoressa Raimonda Mazzini nasce a Reggio Emilia l’11 settembre 1911, frequenta le scuole conseguendo il diploma magistrale, ma non rimane vittima della propaganda fascista che dilaga nelle scuole e nel paese perché trova naturali antidoti nell’ambiente familiare, nella cultura e nella fede. Si laurea in lettere ed è legata da profonda amicizia alla collega Lina Cecchini.
Raimonda coltiva con tenacia i valori di libertà e solidarietà civile, vuole dare un contributo attivo e concreto alla comunità civile di Reggio, si inserisce nel Movimento dei laureati cattolici dal quale usciranno molti futuri animatori della Democrazia Cristiana. Nel suo impegno si fondono così i due elementi, quello civile e religioso e, quando cominciò a determinarsi una più organica struttura delle forze cattoliche per appoggiare il movimento di liberazione, Raimonda assume le proprie responsabilità nel Movimento Femminile della DC, ispirata a Reggio Emilia da Giuseppe Dossetti diventandone poi nell’immediato dopoguerra Presidente provinciale.
È una coraggiosa militante antifascista che viene catturata insieme ad altri e torturata a Villa Cucchi, ma ai maltrattamenti e alle sevizie rispose con un fermo silenzio. Trasferita presso le Suore del Buon Pastore, in strettissimo isolamento da ogni comunicazione col mondo esterno, vi restò a lungo con la garanzia di Mons. Leone Tondelli e per l’intervento del vescovo Mons. Brettoni. Nonostante questo duro isolamento Raimonda non cede, non parla; si decide allora di liberarla sotto strettissimo controllo per spiarne gli spostamenti e i contati e carpire informazioni utili. Ma Raimonda non tentenna, non si arrende.
A guerra finita riprese attivamente le sue attività impegnandosi nel CIF (Centro Italiano Femminile) che si dedicava soprattutto alla formazione politico-sociale della donna e svolgeva attività di assistenza, collaborando con organizzazioni similari, anche di sinistra, per far fronte alle necessità impellenti dell’immediato dopoguerra, sotto la guida del prefetto Pellizzi (viveri, indumenti, case, assistenza agli orfani, ai profughi).
E’ nella scuola e nell’attività didattica ed educativa e non nella politica che continua l’azione di Raimonda, in omaggio a quegli ideali che sono la costante della sua vita e del suo impegno.