Premio per la Pace Giuseppe Dossetti: XVI edizione 2024/25
Premiazione 5 maggio 2025
I vincitori
La testata giornalistica Avvenire e le associazioni Trillargento aps di Genova e Rabbunì di Reggio Emilia odv sono le vincitrici, nelle rispettive sezioni, del riconoscimento nazionale ‘Premio per la pace Giuseppe Dossetti’ 2025.
Ricchi di significato gli interventi che si sono susseguiti nel corso della mattinata del 5 maggio, tra questi quello del direttore di Avvenire Marco Girardo che ha tenuto una lezione sull’importanza e la responsabilità della comunicazione dei conflitti in corso – il 2024 l’anno più “guerreggiato” dal 1946 -, con “discorsi non ostili, compassionevoli e parole disarmate”.
Alla mattinata hanno preso parte anche un centinaio di studenti delle scuole superiori reggiane.
Giunto alla sedicesima edizione, il premio è stato istituito per valorizzare l’operato di associazioni e singoli cittadini, che abbiano compiuto azioni di pace, coerentemente con i principi affermati da Giuseppe Dossetti nella sua vita.
Enti promotori del Premio sono il Comune di Reggio Emilia, il Comune di Cavriago, la Provincia di Reggio Emilia, la Regione Emilia-Romagna e la Fondazione Cassa di risparmio di Reggio Emilia ‘Pietro Manodori’.
Premi, menzioni e motivazioni
Alla testata Avvenire, nella persona del direttore Marco Girardo, è stato conferito il Premio Dossetti, Sezione singolo cittadino, con le seguenti motivazioni:
“La decisione unanime del Comitato per il Premio per la pace “Giuseppe Dossetti” di assegnare il premio per l’anno 2025, al quotidiano Avvenire e per esso al suo direttore, ha un significato di grande rilievo. Si è voluto, infatti, esprimere un particolare apprezzamento per l’impegno della testata nel suo complesso, non solo a ricercare e documentare in punto di verità notizie che riguardano le situazioni di conflitto e soppressione dei diritti umani fondamentali in ogni parte del mondo, ma nondimeno a promuovere sui piani culturale, religioso, prepolitico e politico, una vera e propria educazione alla pace. Non a un pacifismo astratto e storicamente decontestualizzato, pur apprezzabile sotto il profilo valoriale, ma una vera e propria intelligenza critica degli eventi e, insieme, l’indicazione di possibili vie d’uscite dalle situazioni di conflitto o anche solo di stallo presenti in ogni angolo del pianeta. Il giornale ha sviluppato, dunque, in particolare negli ultimi anni a causa dell’aggravarsi della situazione internazionale, una significativa “scienza della pace”, non al di sopra delle parti, ma prendendo parte, sempre a favore della pace e della verità, in modo da diventare strumento di informazione e di lavoro per quanti, credenti e non credenti, si sentono oggi fortemente interpellati dalla condizione dell’uomo e dell’umanità”.
Per la Sezione associazioni nazionali, il primo premio è stato conferito all’Associazione Trillargento aps di Genova per il progetto “Nonsolonote. Musica d’insieme come strumento di empowerment e contrasto alla povertà educativa” con la seguente motivazione:
“Il progetto di insegnamento della musica d’insieme - con il metodo ispirato al Sistema del maestro venezuelano José Antonio Abreu – è un potente strumento di crescita individuale, che attiva competenze cognitive, non-cognitive e socio-relazionali, e crescita collettiva e di promozione sociale. Un progetto per giovani e bambini che promuove l’interculturalità, la solidarietà, l’inclusione sociale: “L’orchestra e il coro, in particolare, sono metafore perfette della società per sperimentare in modo immediato e concreto cosa significhi vivere in una collettività in cui ognuno ha diritti ma anche responsabilità”. Un progetto di educazione musicale di eccellenza per contrastare la fragilità sociale, per la valorizzazione di tutte le persone anche quelle con disabilità o in difficoltà, per combattere diverse forme di povertà anche educativa. Un progetto che attraverso gli sforzi individuali crea la forza dell’insieme, metafora della società inclusiva”.
Una menzione speciale è stata assegnata all’associazione Opera don Bonifacio Azione Verde odv di Matera per il progetto “Azione verde, cultura dell’umanità: la pace” in Nigeria, “ un progetto che attraverso l’istruzione e la cultura vuole costruire un futuro di pace per il paese africano, ma non solo. Un progetto che vede nella educazione e la formazione delle giovani generazioni la chiave per uno sviluppo sostenibile, per diffondere la cultura della pace e della giustizia sociale. Un progetto di accesso alla formazione aperto a tutti”.
Per la Sezione associazioni reggiane vincitore del premio ‘Manodori’ sono la Associazione Rabbunì di Reggio Emilia odv per il progetto “Casa Bakhita”, “una casa luogo di accoglienza in emergenza per donne in situazioni di grave marginalità, vittime della tratta, persone transessuali. Un progetto di solidarietà, attenzione, supporto alla conquista dell’autonomia verso chi è stato vittima di violenze e sfruttamento. Un progetto di riscatto ed inclusione sociale, soprattutto per donne straniere con i loro figli, svolto grazie alla collaborazione di alcune associazioni reggiane e chiese cattoliche, ortodosse ed evangeliche”.
Menzione speciale, inoltre, a “ Compagnia del ss. Sacramento Caritas reggiana - Missioni diocesane " di Reggio Emilia per il progetto “Ero malato… Progetto per una sanità accessibile e sostenibile nel Basso Farahony” di Ampasimanjeva in Madagascar: “un presidio ospedaliero per una sanità accessibile a tutti, nel solco della lunga tradizione missionaria reggiana di cooperazione e di reciprocità. Un importante progetto che coinvolge la sanità reggiana e diverse aziende e realtà del nostro territorio”.
Per la Sezione scuole secondarie di secondo grado:
- primo premio ex aequo alla studentessa Anastasia Aguzzoli della classe 5°L dell'Istituto Scaruffi Levi Tricolore per il testo “Invertire la tendenza”, docente di riferimento Paola Montanari, e allo studente Francesco Filiberto Erta della classe 4°I dell'Istituto Cattaneo Dall'aglio di Castelnovo ne’ Monti per il testo“Capire la cosa in ultimo”, docente di riferimento Silvia Tedeschi.
- secondo premio alla classe 3^I del Liceo Aldo Moro per l'albo illustrato “La fune della pace”, docente di riferimento Carolina Campani.
- terzo premio alla classe 4^A dell'Istituto Galvani Iodi per il video “Le parole …”, docenti di riferimento Laura Spallanzani e Salvatore Corcione.
- menzione speciale alle studentesse Stella Canossini, Maria Chiara Davoli, Kejsi Selmani, Rebecca Soragni, Anita Viappiani classe 3°G del Liceo Matilde di Canossa per il prodotto multimediale “Dossier. La memoria per la costruzione della pace”, docenti di riferimento Mariarita Schiatti e Antonio Torrenzano.
Una sorpresa finale, con la seconda menzione speciale, è andata allo studente ucraino Vasyl Ptashynsky della classe 3°I Istituto Galvani Iodi per la lettera “Tutto iniziò quella mattina”, docenti di riferimento Laura Spallanzani e Salvatore Corcione.
Nella toccante lettera, indirizzata a don Giuseppe Dossetti, nipote del padre costituente, Vasyl racconta lo scoppio della guerra, la fuga a Cracovia prima e a Reggio Emilia poi. “
Il premio
Il Premio vuole ricordare la figura e l’opera di don Giuseppe Dossetti con un appuntamento annuale ispirato ai principi che lo hanno guidato, quali un irriducibile antifascismo dal quale scaturì la sua attiva partecipazione alla Resistenza – inteso in senso ampio, come rifiuto di ogni forma di fascismo, non solo per il passato, ma anche per il presente e per il futuro.
Altro grande principio fu per Dossetti l’affermazione di una democrazia reale, sostanziale, non nominalista alla quale si ispira il testo della Costituzione italiana, come Patto fondante della Repubblica uscita dall’evento tragico e violento della seconda guerra mondiale.
Non ultimo, l’aspirazione universale alla pace e alla cooperazione fraterna fra gli individui e i popoli, il riconoscimento dei diritti della persona, il dialogo interreligioso, la solidarietà e il rifiuto della guerra “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” secondo quanto recita l’articolo 11 della Costituzione italiana.
Con il premio si vuole far emergere e dare un riconoscimento a chi, con la propria attività ed il proprio impegno, come singoli o in associazione, diffondono la cultura della pace e, non ultimo, si vogliono stimolare le giovani generazioni (dalla terza media alla quinta superiore) in merito ai temi della pace, della solidarietà, dell’uguaglianza.
“Mai come in questi tempi il tema della pace è diventato vitale e urgente per l’umanità.” – dice il presidente della giuria “In particolare, sulla pace in Medio Oriente, Giuseppe Dossetti ci ha lasciato ammonimenti e insegnamenti imprescindibili. Verrebbe da dire: partiamo da lì, se vogliamo conoscere quei luoghi e quei popoli da cui tanta della storia contemporanea è partita e oggi dovrà ripartire. Quel Mare nostrum e i suoi tre continenti, le tre grandi capitali, le tre antiche civiltà, le grandi religioni monoteiste, tutto - guerra e pace in particolare - si continua a giocare in questo teatro che non consente a nessuno il lusso di essere semplice spettatore. Anche per questo, oggi più che mai siamo angosciati dalla domanda sul che fare.”
In tema di pace e diritti fondamentali, Pierluigi Castagnetti ha ricostruito un fatto significativo della stesura dell’articolo 2 della Costituzione, a cui lavorarono i padri costituenti reggiani Meuccio Ruini e Giuseppe Dossetti:
“Si legge che la Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell’uomo. In una prima versione, la proposta era la Repubblica è fonte dei diritti fondamentali, in sostanza la Repubblica era colei che ‘concedeva’ i diritti. Ecco, un importante contributo di Dossetti e Ruini fu l’ottenere che al posto del concetto di ‘concessione’ vi fosse quello di ‘riconoscimento’ dei diritti inviolabili dell’uomo, che quindi esistono da prima, poiché attengono alla persona stessa. La persona è titolare dall’origine di quei diritti, sono in sostanza la persona e la Repubblica non può qui che ‘riconoscere’ quanto già esiste. "