Dal 1997 il Comune di Reggio Emilia, in rete con il progetto “Oltre La Strada”della Regione Emilia-Romagna, ha attivato diversi interventi istituzionali nel campo della prostituzione e della lotta alle forme di sfruttamento e tratta di esseri umani tra i quali il progetto Rosemary: un'unità di strada che partendo dai luoghi dello sfruttamento sessuale costruisce un percorso di accoglienza per coloro che scelgono di cambiare vita.

Il servizio si struttura su due livelli:

  1. Unità di strada (Uds) gestita dall'ATI Consorzio di solidarietà sociale di Modena (cooperativa Caleidos) e Consorzio Oscar Romero (cooperativa La Quercia).
    Gli operatori dedicati si recano nei luoghi dove le persone si prostituiscono per incontrarle, avviare con loro relazioni positive, accompagnarle ai servizi sanitari della Azienda locale e informarle delle possibilità che la legge offre per le persone che intendono uscire dalla strada.
    L'equipe è composta da operatrici e mediatrici linguisticoculturali ( di nazionalità romena, nigeriana, cinese che accompagnano gli operatori nelle uscite e nella costruzione di percorsi mirati con le persone incontrate). L'approccio delle unità di strada al fenomeno della prostituzione è centrato sulla riduzione del danno, con interventi che possono avere una forte corrispondenza con i bisogni più immediati: monitoraggio del fenomeno e raccolta dati, sensibilizzazione e informazione sanitaria attraverso distribuzione di materiali informativi, materiale sanitario e accompagnamento ai servizi sanitari.
    La distribuzione di generi di conforto diventa un modo per creare un clima di fiducia e di maggiore investimento relazionale.
  2. Percorsi di accoglienza in luoghi protetti gestiti dall’Associazione Rabbunì con la quale il Comune attiva una specifica convenzione che prevede oltre all’accoglienza e ospitalità, l’attivazione dei percorsi di “protezione sociale” previsti dalla attuale normativa, favorendo percorsi di inserimento sociale come corsi di alfabetizzazione, di formazione e di avviamento al lavoro con l'obiettivo di arrivare ad una piena autonomia economica e lavorativa, o il rimpatrio nel proprio paese di origine.
    Vengono attivate tutte le procedure necessarie alla regolarizzazione ed offerto un sostegno per l'iter processuale nel caso di denunce nei confronti dei trafficanti.
    Il progetto è in grado di accogliere anche mamme con bambini, persone con problemi psichiatrici o di salute e coloro che hanno la necessità di lasciare la città per motivi di sicurezza (in collaborazione con le Forze dell'Ordine), persone vittime di sfruttamento lavorativo attivando forme di re-inserimento socio-lavorativo.