Il progetto
La riqualificazione del Mauriziano ha coinvolto interventi di restauro sull'arco di ingresso, sulla villa e sul parco.
Il progetto di restauro e riqualificazione del Mauriziano – riaperto al pubblico l’8 settembre 2023, nell’anniversario della nascita del poeta - è stato realizzato con l’obiettivo di restituire alla città un elemento dal forte valore storico e identitario, realizzando un luogo di incontro e contaminazione tra antiche e nuove vocazioni e incrementando l’attrattività del territorio in una prospettiva di promozione culturale e di sistema turistico.
Il progetto, finanziato attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 nell’ambito del progetto Ducato Estense del Ministero della Cultura con un investimento di 700.000 euro, è intervenuto sulla Villa del Mauriziano (o casa dell’Ariosto), sul parco e sull’intero impianto del verde e sull’arco monumentale posto sulla via Emilia.
Il grande arco monumentale, che segnala la presenza del Mauriziano a chi transita sulla via Emilia e da cui parte il viale di accesso alla villa, è stato oggetto di un intervento di restauro conservativo finalizzato a ripristinarne lo stato di più alta espressività estetica risalente agli anni Trenta del secolo scorso, attraverso il recupero delle cromie originarie degli intonaci e il restauro delle anfore ornamentali in pietra contenute nelle nicchie e delle lapidi marmoree presenti nella parte sommitale, in cui è riportata la scritta Il Mauriziano. È stata inoltre rifatta la copertura e sono stati eliminati gli incongrui coppi di laterizio a protezione degli sporti delle trabeazioni, ora sostituiti con lamine di piombo.
Il progetto di riqualificazione del parco si è concentrato sul viale di accesso dalla Via Emilia, che attraverso l’arco monumentale raggiunge direttamente la Villa lungo un percorso di 250 metri: il filare di pioppi che lo costeggia, ammalorato dalla presenza di elementi patogeni che ne avevano in parte compromesso la stabilità, è stato interamente sostituto con nuovi esemplari. L’interasse fra le essenze messe a dimora è stato aumentato per recuperare una più ariosa vista prospettica tra i monumenti. Sono stati infine sostituiti i corpi illuminanti per una maggiore integrazione estetica e una migliore luminosità notturna. Il verde esistente è stato sistemato con il ripristino dei labirinti di siepe rinascimentali in tasso ai lati est e ovest del parco. Sono state inoltre eseguite potature degli alberi, delle siepi e delle quinte arbustive, che saranno ulteriormente sagomate in seguito, una volta che le piante saranno cresciute, per recuperare le forme del verde tipiche dei giardini del Quattrocento. Agli originali 249 alberi ne sono stati aggiunti 29, per un totale di 278 essenze presenti. Gli alberi nuovi sono in totale 54, di cui 29 di nuovo impianto, a riempimento di esemplari precedentemente abbattuti, e 25 in sostituzione di esemplari esistenti che per gravi condizioni di stabilità sono stati rimossi. L’intervento è stata occasione per posizionare la recinzione a tutela dell’antica tintoria presente nel parco e precluderne accessi impropri.
L’intervento sulla Villa del Mauriziano ha previsto il restauro scientifico degli apparati decorativi dei cosiddetti tre Camerini - Camerino dell’Ariosto, Camerino dei Poeti e Camerino degli Orazi - già oggetto nel 2017 di opere di messa in sicurezza volte a fissare temporaneamente la pellicola pittorica, preservandola da pericolose perdite. L’intervento ora concluso, frutto di un minuzioso lavoro di indagine su materiali e tecniche utilizzate, ha consentito di liberare i dipinti da ridipinture incongrue, vernici degradate e depositi che si sono sovrapposti negli anni e che ne ostacolavano una piena lettura. Le indagini spettrometriche e chimiche - a cura dell’Università di Bologna, Dipartimento dei Beni Culturali - hanno permesso di conoscere appieno le tecniche pittoriche utilizzate, i pigmenti impiegati e di far emergere dettagli di grande raffinatezza dei disegni preparatori, ora nuovamente apprezzati. Grazie a un progetto di valorizzazione tecnologica cofinanziato dalla Fondazione Tiche, d’ora in poi sarà possibile effettuare una visita guidata ai dipinti restaurati anche in realtà virtuale.
Le tre stanze decorate sono voltate a vela con capitelli pensili (secondo moduli stilistici di matrice ferrarese riferibili al XV e XVI secolo) e sono caratterizzate da dimensioni contenute e dall’atmosfera intima. Queste stanze costituiscono uno dei rari esempi di architettura rinascimentale conservati in città, in virtù proprio dell’antica presenza del poeta, e possiedono, oltre al valore storico-artistico dovuto alla qualità degli spazi decorati attribuiti alla Scuola del maestro del Rinascimento Niccolò dell’Abate, anche un valore letterario e testimoniale del prestigio di Ludovico Ariosto e della famiglia Malaguzzi. Il progetto è stato inoltre occasione per dare finalmente una lettura completa e definitiva del programma iconografico delle stanze, di interpretazione in parte ancora incerta, grazie alle ricerche storiche di Maria Montanari, storica dell’arte dei Musei Civici di Reggio Emilia. La decorazione pittorica, commissionata da Orazio Malaguzzi e databile 1567-1568, inneggia ai fasti familiari e agli insigni componenti che, grazie alle loro abilità politiche e diplomatiche oltre alla raffinatezza culturale e al profondo amore per le lettere, ne hanno segnato la storia.
Tramite una stretta scala ricavata nell’intercapedine del muro si accede alla prima stanza, detta Camerino dei Poeti, dedicata all’Ariosto. Negli otto riquadri che ornano le pareti, sono raffigurati pittori e poeti antichi e moderni adagiati sulle pendici di Parnasi sormontati dai simboli dei diversi generi letterari. Tra i personaggi raffigurati ritorna più volte la figura di Ariosto, oltre a letterati amici e parenti di Orazio Malaguzzi. Nelle lunette sovrastanti è illustrata la novella di Griselda e Gualtieri, marchese di Saluzzo, ultima novella della Decima giornata del Decamerone di Boccaccio, inneggiante alla figura della donna e ai suoi attributi muliebri. Il secondo ambiente, detto Camerino dell’Ariosto, identificato dalla storia come lo studiolo del poeta, reca alle pareti una serie di riquadri raffiguranti vedute paesaggistiche che rimandano al parco antistante la villa e adiacenze che costituivano le possessioni dei Malaguzzi. Nelle lunette è illustrata la novella di Giletta di Narbona e Beltramo di Rossiglione, dedicata ancora una volta all’amore muliebre e all’importanza della prole. L’ultimo ambiente, detto Camerino degli Orazi, è dedicato interamente alla figura di Orazio e del fratello Flaminio. Tre grandi riquadri alle pareti descrivono il combattimento tra Orazi e Curiazi, Orazio Coclite che preclude agli Etruschi di Porsenna l’accesso al ponte Sublicio, il magistrato che infligge il chiodo nel tempio di Giove. Due riquadri raffigurano ruderi e vestigia romane che restituiscono una raffinatezza culturale e un amore per il mondo antico. Nelle lunette l’illustrazione accorata e partecipe della breve vita del fratello Flaminio Malaguzzi, persona irreprensibile e dedita alle lettere classiche, morto prematuramente all’età di quindici anni. Esse si contrappongono al resto dell’edificio, ristrutturato nel 1700, e mantengono una quota rialzata rispetto al piano principale della villa, che si sviluppa su pianta a base quadrangolare con un salone centrale passante sul quale si fonda l’asse di simmetria dell’edificio attorno a cui si articolano i vani laterali. Nonostante le significative ristrutturazioni del Sei-Settecento, la villa mantiene l’impianto volumetrico cinquecentesco, tipica della villa rinascimentale emiliana.
- Approfondimenti e orari di apertura: www.musei.re.it/sedi/mauriziano