Il parco e il giardino
Il nuovo parco reinterpreta il paesaggio tra storia e contemporaneità, recuperando il valore delle tracce originarie e delle mutazioni avvenute nei secoli, trasformato da giardino di corte a parco pubblico universalmente accessibile
A tre secoli dall’inizio della sua storia, la Reggia di Rivalta è rinata come luogo di bellezza, cultura e svago.
A giugno 2025 sono stati completati i lavori di restauro, recupero funzionale e valorizzazione del Parco della Reggia di Rivalta (26 ettari), capitolo centrale del Progetto Ducato Estense a Reggio Emilia.
Il nuovo parco reinterpreta il paesaggio tra storia e contemporaneità, recuperando il valore delle tracce originarie e delle mutazioni avvenute nei secoli, trasformato da giardino di corte a parco pubblico universalmente accessibile.
Il progetto del Parco - nel rispetto dell’identità del luogo e della sua evoluzione nel tempo, grazie anche a un percorso partecipato con associazioni e cittadini che da decenni animano questo bene pubblico – raccoglie una sfida importante e complessa: unire storia e contemporaneità. Il progetto è riuscito infatti ad incrementare l’attrattività del luogo, ponendo le sue radici storiche e paesaggistiche in dialogo con le opportunità e i bisogni posti da una sua ampia e diversificata fruibilità nel tempo attuale.
L’intervento è stato finanziato dal Ministero della Cultura (MiC) nell'ambito del progetto nazionale Ducato Estense con 6,8 milioni di euro, che si aggiungono ai 2 milioni di euro per il restauro e la valorizzazione del Palazzo ducale.
Come rinasce il parco
Il progetto del Parco e del Giardino Frutteto (potager), selezionato a seguito di un concorso internazionale (primi classificati: Openfabric, Alessandro Parodi, Fabrizio Polimone, F&M Ingegneria riuniti in Associazione temporanea d’impresa), recupera l’intuizione antica e le molteplici mutazioni avvenute nei secoli: simbolo dell’Assolutismo, nato intorno al 1726 ispirandosi al parco della Reggia di Colorno e alle suggestioni di Versailles che all’epoca facevano scuola in Europa, il Parco della Reggia di Rivalta mantenne assetto e funzioni originarie per un periodo relativamente breve e la vasta area, cancellata quasi ogni traccia dell’opera barocca passando per Rivoluzione, Restaurazione e declino della dinastia Estense e dei suoi Stati fino all’estinzione, fu convertita ad uso agricolo, fino a pochi anni fa.
Il progetto ha previsto la ri-creazione di giardini particolari estivi e invernali, la presenza dell’acqua con le quattro vasche-fontane, alberature a scandire e disegnare gli spazi (circa 500 nuove piantumazioni tra pioppi neri, aceri campestri e olmi, oltre alla valorizzazione degli alberi esistenti, tra cui i filari di gelsi, spazi per attività ludiche e culturali tra la bellezza della natura, lo stupore del giardino barocco e la meraviglia spontanea delle colture campestri e degli alberi autoctoni.
Quanto rimasto del complesso monumentale della Reggia di Rivalta con il Belvedere, il Giardino Frutteto, il Muro di cinta, le Vasche e le Grotte, è stato oggetto di restauro scientifico ed interpretativo. Il Parco è accessibile a tutte e tutti, grazie al puntuale superamento delle barriere architettoniche e con la realizzazione di percorsi adeguati, illuminato, dotato di sedute, panchine, arredi e servizi.
Progetto e opere in dettaglio
Il Parco della Reggia può essere letto come un insieme di segni lasciati dalle popolazioni, dai diversi poteri che nei secoli si sono susseguiti e dalle guerre che lo hanno attraversato: un territorio che ha assorbito i contesti e gli eventi storico-culturali di cui è stato parte, e che si offrono ora come un patrimonio da rivalorizzare. Il progetto è stato quindi lo strumento per decifrare e leggere le stratificazioni dei simboli, fisici o immateriali, che caratterizzano il luogo, per saperli riproporre e attualizzare.
Il recinto murario è la traccia ancora visibile di un antico percorso che rinace come boulevard perimetrale lungo il confine delimitato dal muro e da un doppio filare alberato formato da pioppi neri e aceri campestri, elementi che fortemente caratterizzano il paesaggio agricolo dell’Emilia.
Lungo i percorsi si attestano elementi storici e nuovi spazi ‘flessibili’, in grado di adattarsi a diverse funzioni. L’area centrale è suddivisa dai percorsi interni in grandi campiture; a rimarcare le intersezioni dei percorsi sono collocate pergole in metallo a cui si arrampicherà la vite a ricordo della vocazione agricola della tenuta. Il verde è protagonista prendendo spunto dall’ecologia locale e dai diversi paesaggi storici che si sono susseguiti.
Parterre o giardino estivo
Ispirato alla planimetria del parco così come rappresentata da Alfonso Tacoli nel 1751, il disegno del Parterre propone un’interpretazione semplificata del progetto originale del 1726. Le geometrie barocche sono rievocate da siepi di carpino bianco, al cui interno si racchiudono superfici di prato e geometrie disegnate tramite l’impiego di arbusti sempreverdi. A memoria delle preesistenze e del passato del giardino sono stati mantenuti i gelsi secolari presenti lungo l’asse centrale del Parterre, mentre le due grandi fontane ovali sono state recuperate e riproposte nella forma di due fontane contemporanee.
Giardino d'inverno
Se il Parterre è un giardino che trova la sua massima espressione nella stagione estiva, l’adiacente Giardino d’inverno, con le sue fioriture invernali e le bacche dai colori vivaci, è un’attrazione anche nei mesi più freddi. Le tinte vivide di fiori e frutti si stagliano in contrasto con le sfumature delicate della stagione autunnale, dove rugiada e brina avvolgono le piante durante il riposo vegetativo.
Il Giardino d’inverno è un filtro tra il Parterre e il parco centrale ed è percorribile sia lungo i tragitti principali, sia attraverso una molteplicità di piccoli sentieri.
Parco centrale
Il Parco centrale consiste in un’ampia area prativa definita da varie fioriture di campo che suggeriscono un paesaggio dinamico e in continuo movimento nell’alternarsi delle stagioni. Quest’area testimonia una lunga fase storica del parco, nei secoli in cui era un semplice paesaggio agricolo. Chi la visita può attraversare i campi lungo i viali diagonali, scoprendo nuove viste prospettiche, sostare all’ombra delle pergole che ritmano le intersezioni tra i sentieri, oppure passeggiare lungo il boulevard che fa da cornice al parco seguendo il tracciato del muro perimetrale originale.
Le ridotte necessità di manutenzione e irrigazione rendono il parco centrale un paesaggio sostenibile e attento alla sfida climatica della nostra epoca.
Rotonda degli olmi
La Rotonda degli olmi è spazio ampio e circolare situato all’angolo nord-est del Parco. Un filare di olmi, specie arborea peculiare del paesaggio padano, ne disegna il perimetro e ne definisce l’identità.
Prato da ballo
Il Prato da ballo è una vera e propria “stanza vegetale”. Di forma circolare e simmetrica alla Rotonda degli olmi ne rappresenta la controparte naturale: i filari alberati concentrici rappresentano i muri verdi di questa stanza a cielo aperto, la scenografia vegetale dove centinaia di luci fissate donano l’illusione di essere sospesi tra il presente e il passato.
Belvedere
L’area del Belvedere comprende l’ampia superficie a prato e il manufatto semicircolare che fa da sfondo all’asse centrale del parco. Parte terminale del parco e fondale prospettico del progetto settecentesco, ripropone la vocazione originaria di luogo di osservazione e contemplazione, dal quale ammirare il parco centrale da un punto di vista privilegiato. Una seduta continua posta sul bordo esterno ricalca l’andamento semicircolare del manufatto e completa l’intervento di recupero e valorizzazione.
Giardino Frutteto (potager)
Il Giardino Frutteto (potager) si trova a sud del Palazzo Ducale, defilato rispetto al parco, su una superficie di poco meno di un ettaro. Le simmetrie del disegno e gli alberi da frutto ricompongono le geometrie di un giardino il più possibile coerente all’originale potager.
Lo spazio è suddiviso in nove porzioni rettangolari, ciascuna circondata da un filare di alberi da frutto, ad eccezione del quadrante centrale, che ospita la grande vasca quadrilobata. Il perimetro è definito dal muro originale che rendeva il potager uno spazio intimo e racchiuso rispetto alla vastità del parco.
Corte ducale
La scomparsa del corpo centrale del Palazzo ducale ha trasformato profondamente l’organizzazione dello spazio, per cui attualmente è l’ala sud, l’unica sopravvissuta integra, ad emergere come elemento focale della Corte ducale, testimonianza del passato e protagonista del presente.
Il cedro monumentale si staglia davanti al Palazzo come un punto di riferimento naturale, mentre la posizione rialzata rispetto al parco permette di godere, alla sua ombra, una delle più complete viste d’insieme del parco.
Grotte d'acqua
Al di sotto della terrazza che si affaccia sul parco dal lato della Corte ducale, protese verso il giardino con un profilo a bovindo, le Grotte - tipiche dei giardini italiani manieristi e barocchi - sono state riscoperte e recuperate, rendendo nuovamente visibili i resti degli antichi giochi d’acqua.
Palazzo Ducale (ala sud)
La Reggia di Rivalta fu costruita a partire dal 1724 e divenne residenza ducale degli Este fino al 1796. Dopo varie vicissitudini e demolizioni relative al corpo centrale e a parte dell’ala settentrionale, ciò che resta è l’ala meridionale originariamente connotata come una delle parti meno nobili. L’intervento di restauro e consolidamento ha consentito di recuperare i fronti del fabbricato, caratterizzati da elementi tipici del linguaggio neoclassico quali la simmetria, la progressione e la gerarchia degli elementi, e una parte del piano nobile (accessibile alle persone con disabilità) costituita da un corridoio che dà accesso a una successione di stanze e a due sale monumentali decorate dal pittore modenese Giacinto Venturi, allievo di Francesco Stringa.