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Inaugura al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia sabato 22 novembre, alle ore 15.30, la mostra “Souvenir & Roots. Ricordi e radici nelle raccolte etnografiche a Reggio Emilia” che propone un viaggio attraverso oggetti che testimoniano ricordi ed esperienze di viaggio.
Promossa dal Comune di Reggio Emilia, l’esposizione, a cura di Georgia Cantoni, responsabile delle collezioni etnografiche dei Musei civici, e di Pierpaolo Caputo, etnografo ed etnomusicologo, è frutto di una collaborazione con diverse istituzioni sul tema ‘Souvenir di viaggio’, nei suoi molteplici significati e nelle sue diverse funzioni nei processi sociali e culturali. II progetto espositivo, partendo dal patrimonio dei musei reggiani e avvalendosi di importanti prestiti, racconta i Souvenir di viaggio come oggetti della memoria e crocevia di relazioni.
“Souvenirs e radici aiutano a preservare identità, dare continuità al proprio vissuto, contrastare spaesamento e costruire significato – commenta l’assessore alla Cultura Marco Mietto - Sono ancore emotive che permettono di affrontare il presente con maggiore stabilità e consapevolezza. Hanno, per questi aspetti, le stesse funzioni che abbiamo assegnato alla nostra politica culturale che, perciò, questa mostra rappresenta al meglio”.
Con testi di Georgia Cantoni, Pierpaolo Caputo, José Javier Aliaga Cárceles, Mirco Carrattieri, Ivan Cenzi, Rosa Anna Di Lella, Gianluca Grassi, Leonardo Merlini, Modateca Deanna, Franco Motta, Paolo Pecere, Paola Righi, Michele Smargiassi, Chiara Torcianti, la mostra vuole nello specifico comprendere il souvenir come oggetto etnografico, in che modo sia vissuto nel contesto locale quale testimone materiale dello spazio e del tempo, della cultura e dello stile di vita nel senso più ampio. Il souvenir, nelle sue molteplici forme, è il ricordo di un’esperienza vissuta, la testimonianza materiale di un passato che ci accompagna verso il futuro e ci collega con i simboli identitari propri e con le contaminazioni culturali di una comunità aperta - quella reggiana – inclusiva e attiva verso la realizzazione di una piena giustizia culturale e sociale. L’obiettivo di fondo è quello di fornire chiavi di lettura delle collezioni etnografiche e del patrimonio culturale della città attraverso la lente del souvenir come fenomeno universale della cultura materiale e una delle esperienze più comuni della vita quotidiana di tutti.
Il progetto si avvale della collaborazione e dei prestiti di diversi partner pubblici e privati: il Muciv-Museo delle Civiltà di Roma, l’Assemblea delle associazioni della Fondazione Mondinsieme, la Fondazione E35, Istoreco, l’Istituto Alcide Cervi, l’Archivio Angelo Davoli, Modateca Deanna – Centro internazionale di documentazione moda, archivio, formazione e ricerca. In particolare, per i Musei civici di Reggio Emilia e il Muciv-Museo delle Civiltà di Roma si tratta di una prima azione in virtù della recente convenzione firmata tra le due istituzioni per una collaborazione che prevede attività congiunte di studio, ricerca, didattica e formazione, anche a favore del prossimo riallestimento delle collezioni etnografiche reggiane.
L'esposizione
In mostra vi sono oggetti dalle Collezioni civiche e dall’ex Museo coloniale di Roma (entrate a far parte del Muciv-Museo delle Civiltà nel 2017 e in corso di ri-catalogazione) che consentono di fare il punto sui percorsi che nell’epoca delle esplorazioni e nel periodo coloniale hanno condotto questi oggetti fino a noi, di comprenderne la storia, una storia talvolta anche dolorosa, che ha segnato profondamente la cultura occidentale marcando quegli stereotipi che ancora oggi sono presenti nella società contemporanea.
Esposti anche oggetti-ricordo donati al Museo Cervi, segno tangibile dell’attaccamento ai valori della Resistenza, che testimoniano un pellegrinaggio laico alla Casa dei sette fratelli in museo. In mostra sono presenti anche oggetti donati ai soggetti che si occupano di relazioni internazionali e che costituiscono segno tangibile dei rapporti di amicizia nati e consolidati nel tempo anche nella forma del gemellaggio.
Una sezione è invece dedicata a due opere di Angelo Davoli parte della serie “Greetings”, cartoline distopiche di città italiane sospese tra passato e futuro, che forniscono, come spiega l’autore: “una riflessione sui nostri luoghi comuni, fisici e mentali… una mimesi fra il reale e l’immaginario, fra il vecchio e il nuovo… una nuova idea di città… la cartolina (oggetto ormai obsoleto), insieme ai souvenirs… rappresenta un archetipo…”.
Un focus particolare è dedicato all’abito-souvenir attraverso un percorso visivo dedicato a tessuti, abiti e accessori, nato da un progetto partecipativo che ha coinvolto otto associazioni di Reggio Emilia collegate ad altrettanti Paesi della diaspora: Abreer – Associazione dei cittadini del Burkina Faso di Reggio Emilia e dell’Emilia Romagna, Associazione maliana Badegna, Associazione dei Nigeriani di Reggio Emilia e provincia, Associazione per lo sviluppo della comunità Tamil del territorio reggiano, Associazione filippina Bahaghari, Nsaa Kente Group, Associazione moldava Plai e Associazione albanese Shqiponja. Le associazioni partecipanti sono detentrici dei saperi e dei significati simbolici e spirituali legati ai tessuti e ai modi di vestire di diverse zone geografiche del mondo, ma anche di memorie affettive e familiari collegate ai capi esposti.
Il percorso espositivo invita a superare l’idea statica di “costume tradizionale”, che può portare con sé delle visioni stereotipate sulle persone che lo indossano. Come le identità, l’abbigliamento è un campo dinamico e composito, in cui la tradizione si trasforma coerentemente con le evoluzioni sociali che influenzano gusti e pratiche del vestire.
Nel percorso di mostra gli abiti delle comunità residenti a Reggio Emilia sono posti in dialogo con altri abiti della creatività professionale contemporanea - prototipi realizzati dagli studenti del Master in Creative Knitwear Design di Accademia Costume & Moda, in collaborazione con Modateca Deanna - che mostrano anch’essi evidenti tracce di persistenze e contaminazioni culturali, in cui sono ben riconoscibili identità e radici.
Eventi
La mostra prevede un calendario di eventi collegati da dicembre 2025 a febbraio 2026 e rientra nel programma “Noi con voi, ieri oggi e domani: 50 anni di amicizia tra Reggio Emilia e il Mozambico”, promosso dal Comune di Reggio Emilia e dalla Fondazione E35, in collaborazione con Istoreco, Centro teatrale MaMiMò e Spazio Gerra.
Il primo appuntamento sarà sabato 29 novembre, alle ore10, a Palazzo dei Musei con la tavola rotonda “MappaRE mondi. Reggio Emilia e Modena a confronto con la diversità culturale dei loro territori” per discutere gli esiti della mappatura dei luoghi della diversità culturale, realizzato dal Comune di Reggio Emilia e dal Comune di Modena, grazie ad un inter-city grant del programma Intercultural Cities del Consiglio d’Europa. A seguire, visita guidata alla mostra.
Sabato 13 dicembre, a corredo della sezione “abiti” della mostra, i musei ospiteranno invece una sfilata di moda a cura del sarto italo senegalese Mame Saliou che trae ispirazione tanto dal patrimonio culturale del proprio paese d’origine, quanto dai repertori della moda contemporanea. La collezione comprende anche l’utilizzo di tessuti tradizionali come il Bogolan del Mali, il Kente del Ghana e il Wax del Senegal, reinterpretati attraverso un linguaggio contemporaneo. Dai mercati di Dakar alle strade di Reggio Emilia percorse quotidianamente, ogni capo racchiude le tracce del percorso biografico e professionale di Saliou.
La mostra è aperta, con ingresso libero, fino al 28 febbraio 2026 a Palazzo dei Musei (via Spallanzani 1) il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 10 alle 18.
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Ultimo aggiornamento: 21-11-2025, 13:06