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Un racconto oltre gli stereotipi, per restituire la complessità di una comunità - quella dei Sinti e Rom - che a Reggio Emilia rappresenta una parte significativa della città: a farlo è l’artista rom polacca Małgorzata Mirga-Tas, nell’ambito della mostra “The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma (Il Grande Carro predirà il futuro dei rom)”, in corso fino all’8 febbraio alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia. Un progetto artistico che si propone di ridisegnare l’immaginario stereotipico negativo associato alla popolazione rom (antiziganismo) per trasformarlo e rappresentarne la ricchezza e complessità culturale e che, nell’ultimo anno e mezzo, ha visto impegnati anche gli operatori dell’Ufficio Sinti e Rom dell’assessorato Cura delle persone del Comune di Reggio Emilia.

Siamo molto orgogliosi di questa collaborazione avviata con la Collezioni Maramotti – dice l’assessora alla Cura delle persone Annalisa Rabitti - un progetto in cui il potere dell’arte e della cultura emerge come un elemento fondamentale per superare i pregiudizi e gli stereotipi. È stato un percorso ricco di significato, in cui si è creato uno scambio alla pari tra l’artista e le persone incontrate qui sul territorio di Reggio Emilia, che si è trasformato in una festa quando donne e uomini, ragazzi e ragazze hanno potuto rivedersi nelle opere in mostra. Una bellissima esperienza, che ci auguriamo possa ripetersi anche in futuro anche su altre tematiche.

“Si tratta di un percorso partito con una richiesta da parte della Collezione Maramotti per facilitare l’incontro con le famiglie della comunità Sinti e Rom reggiana – raccontano gli operatori del Servizio - che si è poi trasformata in uno scambio reciproco che ha permesso la promozione di momenti significativi di incontro, conoscenza e collaborazione”. Grazie a questa collaborazione, nel luglio 2024, Mirga-Tas ha potuto incontrare numerose famiglie delle comunità sinte di Rivalta, Roncocesi, Roncina, Cavazzoli e Pratofontana, attingendo a vecchie fotografie e album di famiglia, testimonianze orali e conversazioni.

Da questo scambio sono poi scaturiti i ritratti in mostra alla Collezione Maramotti, una serie di vivaci creazioni figurative per mezzo di frammenti eterogenei di stoffe cucite insieme, oggetti e frammenti tessili recuperati dall’artista anche tra le persone incontrate durante il suo soggiorno in città. Come Rino detto “Il Marziano”, nato e cresciuto a Reggio Emilia e che ancora oggi vive sulla sua pelle lo stigma legato alla sua identità o come quella della famiglia ritratta davanti all’iconica giostra dei cavallini, che richiama il legame tra la cultura romanì e la tradizione degli spettacoli viaggianti e del circo, molto forte sul territorio di Reggio.

Uno scambio di racconti e storie che si è sviluppato oltre le semplici “interviste” da parte dell’artista, e che è proseguito anche all’interno degli spazi della Collezione, dove molte persone delle comunità coinvolte, tra cui tanti giovani, hanno potuto scoprire le opere della collezione permanente accompagnati dal personale dell’istituzione e dalla stessa Mirga-Tas. Particolarmente densa di significato è stata anche l’inaugurazione della mostra, “un momento molto emozionante per chi era presente, che si è sentito protagonista alla pari – spiegano gli operatori – C’è chi si è riconosciuto o ha riconosciuto con entusiasmo la propria famiglia nelle opere, protagonisti di un racconto che offre una prospettiva di approfondimento della cultura romanì senza quella sovraesposizione negativa o ghettizzante che spesso caratterizza il discorso su Sinti e Rom”.

“Da una parte – proseguono gli operatori - è stato bello vedere come l’artista sia stata in grado di restituire, attraverso le sue opere e a partire dall’incontro con la comunità sinta, una parte della nostra storia locale a volte poco conosciuta. Dall’altra è stata altrettanto significativa l’accoglienza non forzata che Mirga-Tas ha ricevuto dalle famiglie e il percorso che si è sviluppato con la Collezione Maramotti, che ha visto un coinvolgimento vero e profondo delle persone, anche nella realizzazione della fanzine di accompagnamento alla mostra”.

Nei prossimi mesi la collaborazione tra il Comune di Reggio Emilia e la Collezione Maramotti proseguirà con la promozione di alcune visite guidate con le scuole, nell’ambito delle quali, a partire dalla mostra “The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma ”, sarà approfondito il tema dell’antiziganismo e dello stigma: un’azione che si inserisce nel quadro dei progetti promossi in attuazione delle linee guida contenute nella “Strategia Nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti 2021-2030”.

Il quadro

La realtà di Rom, Sinti e Caminanti presente a Reggio registra il numero di persone numericamente più significativo all’interno dell’Emilia-Romagna, rappresentando circa un terzo della popolazione totale della regione.

La comunità sinta è la più ampia ed è integrata da secoli nel territorio reggiano; oltre a questa comunità, abita a Reggio Emilia un più piccolo gruppo di rom, giunti alla fine degli anni Novanta-Duemilia con l’ingresso della Romania nell’Unione europea. Il territorio di Reggio Emilia è stato inoltre tra i primi in Italia in cui sono nati movimenti religiosi legati alla chiesa cattolica che hanno posto al centro della loro opera pastorale i gruppi Rom, Sinti e Caminanti (Rsc), sostenendoli anche da un punto di vista sociale.

Dalla fine degli anni Ottanta l’Amministrazione comunale pone attenzione specifica all’inclusione di Rom, Sinti e Caminanti con un ufficio dedicato, per accompagnare i diversi percorsi a sostegno della popolazione Rsc, ponendosi in una funzione di mediazione e facilitazione nei confronti dei cittadini, dei Servizi dell'Ente coinvolti, delle Istituzioni in generale.

L’Ufficio Sinti e Rom si occupa non solo di monitorare la presenza delle comunità sul territorio, mantenendo relazioni con i nuclei famigliari e approfondendo la conoscenza degli insediamenti, ma soprattutto di sostenere e orientare le famiglie e i singoli verso i servizi del territorio, con un costante lavoro educativo e di mediazione sociale. Gli assi di intervento riguardano in particolare scuola, salute, lavoro e abitare, nonché la promozione della conoscenza della cultura sinta e rom all'interno del contesto cittadino, per favorire luoghi di relazioni reciproche.

Ultimo aggiornamento: 30-10-2025, 12:35